Economia dell’originario2022
Economia dell’originario Ascoli Piceno
30 aprile – 6 novembre Museo della Ceramica- Ascoli piceno
a cura del prof. Stefano Papetti
Donatella Ferretti, assessore alla Cultura, ha rimarcato l’importanza di questa mostra progettata da Silvia Fiorentino per il Museo dell’Arte Ceramica di Ascoli Piceno. «La pluralità espressiva dell’artista, il suo serrato dialogo con gli spazi espositivi, e il concetto di xenia che desidera evocare, rappresenteranno un invito a visitare uno dei luoghi più affascinanti della città. Vibrante è il suo concetto di accoglienza mista a riflessione empatica. Potente è quello “stare nel sentire” per uscire dall’esperienza espositiva con un dono».
Il prof. Stefano Papetti, curatore della mostra, ha scritto: «Da Milano, dove è nata e si è formata frequentando i corsi della facoltà di Architettura, Silvia Fiorentino è poi giunta nelle Marche, ad Ancona la città in cui da anni vive e lavora. Poetessa, pittrice, autrice di installazioni e ceramista, l’artista percorre tutte le strade della comunicazione artistica per esprimere l’inquietudine di un animo sensibile, fuori dagli schemi. L’arcaismo delle sue opere parla un linguaggio contemporaneo che coinvolge senza mai gridare, che emoziona senza mai ricorrere alla teatralità: sempre e comunque emerge la capacità di saper fare, di manipolare i materiali più diversi superando gli schematismi del tecnicismo, adattando al suo sentire tutti i linguaggi dell’arte».
L’artista ha iniziato a immaginare la mostra Economia dell’originario circa due anni fa, quando Ascoli si è palesata a lei nella sua “bellezza sfolgorante e chiara”. Il contatto con la città l’ha percepito come un urgente invito al dialogo, e quando ha visitato il Museo dell’Arte Ceramica, ha compreso che il chiostro maggiore rappresentava un eloquente punto d’incontro. «Era la forma, questo quadrato che conteneva un cerchio a suggerirlo» ha affermato Fiorentino. «Nell’ideare un progetto espositivo, ho voluto porre una distanza contemplativa che va contro un’arte della levigatezza del bello, consumabile in una gioia della comunicazione autoreferenziale. Per farlo sono partita da una delle figure iconiche spirituali che, a mio avviso, dialogano meglio con il contemporaneo: l’angelo». Silvia Fiorentino, anche in questo caso, si è confrontata con più linguaggi, sia poetici che tecnici, e ha dimostrato di essere più attratta dal processo creativo che dal risultato finale. Da sempre preferisce sottrarsi al concetto di finitezza e liberare il manufatto dall’immutabilità della perfezione. A tal proposito ha ribadito: «Cerco di ritagliarmi una zona franca, uno spazio di autenticazione a cui ambisco in un rapporto ambivalente con il terribile e il negativo, nel tentativo di rinnovare la mia esperienza dell’arte che è tesa all’altro, legata a un non risolversi, a una possibilità di costruire un oggetto artistico non fine a se stesso. D’altronde la negatività è la forza animatrice della Vita e costituisce al tempo stesso l’essenza del Bello, in cui è insita una debolezza, una fragilità, una frammentazione, un oggetto che freme, dà emozione, e si dona». organizzazione cooperativa Integra
grafica di Costanza Pollastrelli
foto di Francesco Marini
tutta la mostra sarà accompagnata da diversi eventi da concerti, conversazioni, dibattiti
il programma è stato pensato dall’artista in collaborazione con il prof. Stefano Papetti