Ex – voto
2013

schizzo 001

 

ex voto /desiderando il desiderio
/preghiera/

Testo audio dell’installazione

 

Maledetto di una sola parola

 

Maledetto di una sola parola

Dove hai lasciato la mia, solo mia, complessità della vita

Il mio diritto al complesso

In una dialettica di morte lo hai rinchiuso

In un prepotente schema di lingua legato inutilmente, ferocemente, ad una sola parola che si ripete, perpetuandosi in potere

In un’idiota idea del bello

 
2

Maledetto di una sola parola

Perché mi hai levato il corpo, matrice di esperienza spirituale

Perché mi hai umiliato di un velluto di pelo di pelle, di un profumo – sorpresa così desiderata

 

Maledetto di una sola parola

Perché mi hai chiuso in un’idea?

Solo un’idea, perpetuata all’infinito

Dentro una gabbia chiamata meta

Dentro una gabbia chiamata famiglia, nel peso della ripetizione senza speranza

Senza il radioso

Quest’idea di storia inesorabile, di una colpa unica e in maiuscolo, sempre ripetuta

 
5
Maledetto di una sola parola

Perché mi hai nascosto il diritto alla solitudine, alla diversità

Perché mi hai trasformato in scarto, io luce di un fiore

Perché mi hai negato d’essere libera, all’interno del tuo scarto

Perché hai pronunciato la parola del terrifico, pur di non lasciarmi essere un tuo scarto

 6

Maledetto di una sola parola

Perché mi hai rivelato le misure di tutto e una sola parola per raccontare

Io che voglio raccontare all’infinito di un amore mai stato, senza fine

Perché raccontando la libertà mi hai imbrogliato in un groviglio di significati

 

Maledetto di una sola parola

Perché non avverti il circolare

Il ritornare

Lo sbagliare

L’indefinito non liquido

 
4
Maledetto di una sola parola

Pronto a dettare regole false, a non farmi sentire la terra sotto i piedi, il peso del mio corpo, il mio ritmo di gambe che solo gambe sono

E concedermi un sorriso mio, sempre cercato

 

Maledetto di una sola parola

Artefice della crudeltà

Messa in un edificio perfetto, inaccessibile, idolatra del senso

 

Maledetto di una sola parola

Che ti vergogni della vita o che la sbatti in faccia, in risposta a un silenzio di vergogna

Che hai costruito una società sui significati dislettici

Scambiando sensi e significati laddove neanche Alice si spingerebbe

Che il diverso, unica immagine del mondo, hai reso scarto – perché non commerciabile

Che della malattia hai fatto potere e linguaggio

 

Maledetto di una sola parola

Che l’immaginario rendi inutile

Che il gesto all’immaginario deridi

Che significhi sempre l’uguale in omaggio a un sistema che ami più di me

Me, che le fragilità legate al filo di vita odio

 

Maledetto di una sola parola

Che fai strage di ciò che è incomprensibile a una sola parola

Che ti battezzi di nomi sempre nuovi per rinascere nella sterilità

Che la vita, comunque, ogni tanto un varco lo fa

senza di te

 

Maledetto di una sola parola

Di significati inutili sei pieno

Eppure odi l’inutile, in tutta la sua bellezza

L’errore che permette la vita

Che non è un’idea

Che inutilmente imponi una sola parola, contro il desiderio di vita

E rinneghi l’errore che si fa perla, invidioso della luce propria

 

Maledetto di una sola parola

Che mi confondi senza emozione, che mi tieni ferma dentro un dolore cupo, che risuona in se

stesso, e vuoi acquietarmi con un solo significato, a cui non mi darai mai accesso

 

Maledetto di una sola parola

io continuerò

a pregare all’infinito e a immaginare e a raccontare tutto quello che mi è permesso

Vicino dentro al mio oggetto amato

E ad essere uno scarto

 

Maledetto di una sola parola

Pregherò per sempre fino a che le mie parole creeranno un suono che ti turba

 

Maledetto di una sola parola

Pregherò per sorelle inesistenti

Per morti avvenute

Vite perse

Per il mio diritto alla solitudine

Per l’inno all’immaginario

Per un bello piccolo e narrativo, che gronda esperienza

E che ti terrorizza

Pregherò per bimbi col fiume negli occhi

Per gesti dall’emozione infinita

 

Maledetto di una sola parola

Troverò molte parole nell’arcaico a te proibite

E con il suono e segno scriverò un alfabeto che non capirai

E il tempo non sarà uno

Né a te somigliante

Ma colmo come l’alfa della vita

 
schizzi

Maledetto di una sola parola

Avrò un senso che si rispecchierà in una terra inesistente

Il bello con cui ci fai soffrire non mi toccherà

E la rabbia non schiumerà invano

Sarà un alfabeto di troppo umano

 

Maledetto di una sola parola

Che giudichi sempre

Che sentenzi

Che giaculi nelle mie orecchie sempre la stessa storia di colpa e di tempo

Che giudichi l’ingiudicabile con parole sempre uguali

Nella loro contemporaneità, identica da millenni

Che hai chiuso tutti gli scrigni d’accesso al mio alfabeto LEVEREI

 

Maledetto di una sola parola

Che non vedi il peso della testa di quella mia amica, Che non vedi gli occhi stanchi dell’altra,

Che non leggi quelle rughe,

Che non vedi la ragione di un luccichio nell’occhio,

Che non capisci la sua storia dalla rotondità della sua testa,

Che non vedi come si muovono ossessive quelle mani

cercando invano nell’aria,

Che non comprendi il dolore di quella pancia,

Che non vedi gli alfabeti e i segni del corpo,

Che non vedi i segni di ognuno,

Perché una parola non le contiene e ti ostini, macchina di orrore, a perpetuarti in una sola parola

 
3

Maledetto di una sola parola

Io pregherò, sempre

In tutte le mattine diverse

E le sere conquistate

Io pregherò, dentro la mia solitudine

 

 

Irrinunciabile: DESIDERIO

 

Un’opera lentamente prende forma nel chiarore della luce, una serie di domande martellano
insistentemente la testa dell’artista: “È possibile dentro le decodificazioni, chiusure, gli status
mentali legati a una gerarchia dialettica e a illusioni economiche e di significato, significare il senso
dell’irrinunciabile dentro di noi? In arte, un territorio nel quale l’attenzione è puntata più sulla
creazione di sistemi che di oggetti e di significati, è possibile dialogare con l’irrinunciabile? C’è
un’area possibile di senso, libera? Una zona spirituale franca?”.

Da questi raffinati stimoli intellettuali nasce “Ex voto / desiderando il desiderio / preghiera/”,
l’installazione site specific di Silvia Fiorentino che indaga in maniera pura e allo stesso tempo
accattivante tutte le declinazioni della parola irrinunciabile, partendo da un nucleo primario: il
desiderio e la sua forza.

Se la locuzione latina “Ex voto”, tradotta letteralmente, significa “a seguito di un voto” e viene
utilizzata per indicare un oggetto dato in dono ad una divinità, l’artista fa suo questo concetto
riappropriandosi anche della parte più inconscia che racchiude le intime preghiere di ognuno di noi.
Trapelano parole sussurrate che delineano un desiderio, uno stato d’affezione dell’Io, un innocente
e sperato impulso volitivo diretto che si palesa nella serie di sculture.

L’installazione site specific diviene uno spazio libero, come auspicato dall’artista stessa, legato ad
un’indagine interiore profonda e strettamente connessa ad un senso arcaico dell’essere, una
necessità mossa dalla ricerca stessa dell’irrinunciabile.

La delicatezza del dialogo tra le sculture ex voto con la grande madre Madonna fa riaffiorare una
cifra stilistica essenziale delle opere di Silvia Fiorentino: il linguaggio e l’universo femminile.
L’artista riesce a far emergere una sensibilità di donna nella struttura dell’opera e nelle parole che
accompagnano, sviscerando una poetica femminile che diventa una visione della vita.
Restate in silenzio, raccogliete i vostri pensieri…Pregate.

Federica Mariani
Co-curatore Arti Visive NotteNera 2013