Metamorfosi di Anime
2023

Federica Lazzarini
Curatrice e Critica dell’Arte

Attenta, lucida e segretamente imprevedibile. L ’artista Silvia Fiorentino, milanese di nascita e marchigiana di adozione, che in seno alla sua lunga e stimata carriera ha toccato città e luoghi d’arte prestigiosi, dona attraverso la sua ecclettica personalità, una singolare ed inedita lettura dell’attuale fase di interazione globale che connota l’esistenza e che si estrinseca nelle fitte e complesse relazioni che interessano i poteri, i luoghi e le persone.

L’artista visuale, che è solita muoversi nei meandri della complessità, presta le sue mani operose all’ideazione di un lessico d’arte del tutto personalistico, costituito da metafore e simboli meticolosamente vivificati attraverso la scultura, la pittura, la poesia e il disegno e che danno anelito ad una nuova parafrasi della realtà sociale, della condizione umana e delle possibili evoluzioni dell’anima.

Lo spazio delle Piccole cisterne romane, così fortemente identitario per la città di Fermo e che porta impressi sulle mura i segni vivi della storia, sembra in perfetta sintonia con un corpus opere che sprigiona il valore dell’arcaico e nel medesimo tempo si appropria finemente della dimensione del contemporaneo.

Penso convintamente che l’arte cosiddetta informale non determini l’assenza della forma, semmai l’adattamento della sensibilità dell’artista alle forme dell’esistenza, forme interiori che possono appellarsi o richiamare quelle che altresì fanno parte dell’immaginario comune, così da creare metamorfosi concettuali ed ideative, ibridi emozionali, realizzati indagando ed esaltando quelle che sono le proprietà più intime della materia. 

Mi piace pensare che le opere di Silvia Fiorentino possano essere colte dal visitatore nell’esatto momento in cui, per tocco della sua mano e per le potenzialità insite nel corpo materico e nel segno, attraversano fasi transitorie, liberando per questo energie che definirei primordiali e che inducono la materia, così plasmata dall’artista, a palesarsi nel suo stato pulsante e dinamico, dove l’esito finale sembra essere sempre in atto.

Forse una dialettica dell’arte, quella che parte da un progetto, entità dalla quale Silvia Fiorentino non prescinde mai e che costituisce l’embrione delle sue creazioni, creazioni che negli ambienti storici delle cisterne fermane, prevedono l’utilizzo della ceramica come componente privilegiata, ma che contemplano il sapiente utilizzo anche di altri materiali, del mezzo grafico e di quello pittorico, creazioni orchestrate poi principalmente attraverso il linguaggio installativo.

Così simbologie femminili, tanto care all’artista e che nel corso del suo impegnato lavoro hanno costituito terreno fertile per l’istituzione di progetti significativi, prendono posto in sala, rievocando forme di vita originaria come semi o conchiglie, da cui sgorgano tutta la potenza e la vitalità del segno grafico e della poesia visiva.

Il valore insito in quello che definirei il progetto Metamorfosi è scolpito nella ceramica quando si incontrano installazioni plurimateriche rievocanti antichi amuleti o dialoghi universali tra parti organiche e inorganiche e dove l’artista sembra giungere a toccare punti totalizzanti, come quando compie i complessi processi di riduzione cromatica. E’ l’installazione Metamorfosi dell’anima (2021-22) a nutrire un ritmo antico attraverso la giustapposizione di porzioni di forme, probabilmente risalenti all’organico, che dialogano e partecipano alla danza archetipica di una nuova reciprocità. Formelle in legno dalla texture grumata e non omogenea, lavorate a bitume e gesso, ospitano corpi in ceramica che sembrano bloccare i flussi delle parole, forse dialoghi singhiozzati, quelli di una società odierna che rielabora i concetti di fondo dell’agire comunicativo umano.

Gli ambienti odorosi del suggestivo sito archeologico si prestano alla significativa rivisitazione, da parte dell’artista marchigiana, della tematica dello “scarto”, umano e materiale, che da diverso tempo impegna l’attività dell’artista in modo intenso e progettuale.

Il fenomeno della globalizzazione, stadio attuale del lungo arco della modernità, indagato da sociologhi, filosofi, storici ed economisti è qui elaborato principalmente alla luce dei suoi effetti rischiosi e del concetto stesso di modernità, che ha origine nell’idea che le cose possono essere mutate, trasformate e rivoluzionate e al quale segue un processo che determina un’inedita costruzione d’ordine, orientata al progresso e al presunto miglioramento delle condizioni esistenti.  Questo momento particolare del percorso espositivo allestito all’interno delle Piccole cisterne romane riflette e tenta una decodifica della fase necessaria e insidiosa relativa appunto alla costruzione di nuovi assetti, fase che produce inesorabilmente materiale di scarto da smaltire o nel migliore delle ipotesi da riutilizzare. Dopo Monza e Recanati, una terza comparsa per l’installazione Recare amore di natura e vita (2022), che con un inedito allestimento dilaga con tutta la sua propulsione; due piani di cristallo sovrapposti custodiscono infatti disegni di luoghi in disuso, un virtuoso patrimonio industriale esistente appare quello della piccola manifatturiera marchigiana, solitamente a gestione familiare, esempio di lavoro e fonte di progresso, dove ora l’azione umana è cessata e dove anche l’occhio dell’umano stesso non vi è più rivolto; a sovrastare le lastre si liberano sculture dalla campitura cromatica che richiama, per tonalità e variazioni, quella di una natura evolvente, forse dialogante con l’universo, dove è aleggiante il richiamo alla femminilità e quindi alla fonte della vita. L’andatura dei corpi sembra delineare nuove traiettorie, quelle che risegneranno la storia per quelle porzioni di mondo che la società ha bandito ai margini e dove la materia rievocante stabilisce con esse nuove interazioni.

Nuovi alfabeti quelli generati dai corpi ideati dall’artista, corpi che si intersecano, si toccano e si intercettano edificandosi e modificandosi in quelle che l’artista ama definire architetture sentimentali.

Nessuno per Silvia Fiorentino è escluso da tutto questo; il luogo inteso come spazio, come oggetto affettivo, la vita e i suoi nuclei generativi partecipano al divenire portando in sé e con sé la memoria e tutta la potenza dei segni, che permangono e mutano, ritrovandosi forse nelle pagine molteplici della matericità, simulacri che assumeranno nuove identità, identità per il momento ancora aggrappate tra le pieghe di un tessuto fatto di terra lavorata con tecniche antiche, di tele, di colori e di carte, che porta l’odore del tempo passato e che altresì sembra proiettato verso un nuovo sembrare.

la nostra identità è aperta a infinite possibili trasformazioni, indotte dalla nostra sensibilità e dalle condizioni in cui viviamo.

Arthur Rimbaud

Buon pomeriggio prima di tutto i doverosi e sentiti ringraziamenti

  • RINGRAZIO tutti voi per essere qui – l’amministrazione comunale di fermo che come sempre accoglie con entusiasmo e serietà le proposte espositive;
  • RINGRAZIO SENTITAMENTE I SOSTENITORI DELLA MOSTRA – LA PASTICCERIA GALLUCCI DI FERMO CHE OFFRE LE SUE DELIZIE AI CITTADINI DA MOLTO TEMPO E IL SUOLIFICIO DAMI-  DI SANT ELPIDIO A MARE;
  • RINGRAZIO CATIA VENTURA DI VENTURA EDIZIONI PER AVER SPOSATO IL PROGETTO E AVERE EDITATO IL CATALOGO CHE TROVERETE QUI AL TERMINE DELL’INCONTRO E ANCHE ALLE PICCOLE CISTERNE ROMANE – CATIA È SEDUTA ACCANTO A NOI A LEI POI LA PAROLA PER ENTRARE NEL MERITO DEL CATALOGO – CATALOGO CHE NON SAREBBE QUI SENZA IL NOSTRO GRAFICO DI COMUNICAZIONE IL GIOVANISSIMO MATTIA MACCHINI DI FERMO. DIPLOMATO DA POCO HA GIA RICEVUTO DIVERSI RICONOSCIMENTI PER IL SUO IMPEGNO E LA SUA SERIETA PROFESSIONALE, OGGI NE AGGIUNGE UN ALTRO, GRAZIE MILLE

I ringraziamenti per le presenze in sala grazie allo storico dell’arte Stefano papetti studioso che rientra certamente in quella parte di critica autorevole che ha ripercorso e indagato l’arte di Silvia Fiorentino… …La sua presenza ci onora anche per il grande contributo che lei apporta agli studi sull’arte marchigiana grazie davvero – VEDO VOLTI DEL GIORNALISMO ANCONETANO GRAZIE A LUCILLA NICCOLINI per la sua presenza e per il bellissimo articolo dedicato alla mostra uscito ieri nel corriere adriatico grazie mille

E ringrazio l’artista Silvia Fiorentino che è qui accanto a me oggi e che ha vissuto con me passo passo la creazione di questo evento collaborando attivamente

Metamorfosi di anime è stato UN TITOLO molto sentito per inoltrarci in quella che può senz’altro definirsi la dialettica dell’arte di silvia fiorentino

ARTISTA MILANESE DI NASCITA E DI ADOZIONE, DI LUNGA ADOZIONE MARCHIGIANA

architetta pittrice scultrice poetessa CHE NELLA SUA LUNGA CARRIERA HA VISSUTO ESPERIENZE ARTISTICHE IMPORTANTI FINO AD ARRIVARE AD UNA PRESENZA ALLA BIENNALE DI VENEZIA E RECENTEMENTE ALLA PARTECIPAZIONE A MAPPE- GAGLIARDINI, L’ALTO PROGETTO EDITORIALE DI DIALOGO INTERDISCIPLINARE,  ATTENZIONE AL TERRITORIO E ALLE SUE TRASFORMAZIONI, LEGATO ALLE ARCHITETTURE MARCHIGIANE. ECCO LA NOSTRA ARTISTA E PRESENTE NEL PREZIOSO VOLUME E PER QUESTO DAVVERO COMPLIMENTI

UN LESSICO PERSONALISTICO E BEN NUTRITO EDIFICA IL PLURILINGUISMO ARTISTICO CHE RITROVERETE ALL’INTERNO DEI MERAVIGLIOSI SPAZI DELLE PICCOLE CISTERNE ROMANE.

UN SITO ARCHEOLOGICO SI TROVA A DIALOGARE perfettamente CON UN CORPUS OPERE CHE PUR APPROPRIANDOSI FINEMENTE DELLA DIMENSIONE DEL CONTEMPORANEO CONSEGNA CONTINUI RIMANDI ALL’UNIVERSO ARCAICO, SIMBOLICO, ARCHETIPICO E CHE SI METTE AL SERVIZIO DI UNA DECODIFCA DELL’ATTUALE FASE DI INTERAZIONE GLOBALE CHE CONNOTA LA NOSTRA ESISTENZA, DECODIFICA ALIMENTATA DA UN’ALTA PERIZIA TECNICA E NEL CONTEMPO DA UNA POTENTE CARICA EMOTIVA E INTROSPETTIVA.

L’ARTISTA FIORENTINO DA SEMPRE IMPIEGA IL SUO TEMPO D’ARTE PER ACCOSTARSI A TEMATICHE CUTURALI IMPORTANTI CHE TOCCANO LA DIMENSIONE ANTROPOLOGICA E SOCIALE E IO DICO CON UN’ATTENZIONE PARTICOLARE ALLE ANIME CHE VI SONO COINVOLTE.

CI SAREBBE SEMPRE PIU DI UN TITOLO DA ASSEGNARE AD OGNI ESPOSIZIONE  

SE NE AVESSI SCELTO UN ALTRO AVREI SCELTO TRA MATERIA E ANIMA. LA MATERIA E L ‘ANIMA: I LUOGHI DA DOVE L’ARTISTA PRENDE LE SUE MOSSE  E SI DESTREGGIA

ESALTANDO AL MASSIMO LE POTENZIALITA DELLA MATERIA E ABITANDO PER QUESTO MOTIVO PROPRIO PER LA SUA CAPACITA DI ESALTARE LE POTENZIALITA DELLA MATERIA, QUEL GRANDE LABORATORIO, MI VIENE DA CHAMARLO COSI, CHE FU L’ARTE INFORMALE

IL SECOLO NOVECENTO CONOSCE LA SPACCATURA TRA FORMA E NON FORMA TRA FIGURAZIONE E LINGUAGGIO ANICONICO MA ALL’INTERNO DI QUESTA SPACCATURA IO PENSO CHE NON SI ANNIDINO LE COSIDDETTE CORRENTI ARTISTICHE MA LE ESPERIENZE, LE TENDENZE ,LE CONTAMINAZIONI DI IDEE, IL SECOLO IN CUI LE OPERE D’ARTE INIZIANO ANCHE AD ACCADERE…

SONO CONVINTA CHE L’ARTE INFORMALE NON DETERMINI NECESSARIAMENTE L’ASSENZA DELLA FORMA MA COMPORTI SEMMAI L’ADATTAMENTO DELLA SENSIBILITA DELL ARTISTA ALLE FORME DELL ESISTENZA FORME INTERIORI CHE POSSONO APPELLARSI – RICHIAMARE quelle che altresì fanno parte dell’immaginario comune, così da creare metamorfosi concettuali ed ideative, ibridi emozionali, realizzati APPUNTO indagando, SFRUTTANDO quelle che sono le proprietà più intime della materia. MI SONO RECATA NELLO STUDIO DI SILVIA FIORENTINO E HO OSSERVATO DA VICINO LE OPERAZIONI DI RIDUZIONI CROMATICHE O I TRATTAMENTI CHE COMPIE SULLA MATERIA SULLA CERAMICA FINO A RISCOPRIRNE LE VENATURE PIU INTIME PIU VITALI E FINO AD ARRIVARE A PUNTI TOTALIZZANTI… FORSE PUNTI 0 DA DOVE SICURAMENTE RIPARTIRE..

SI CREANO NUOVE INTERAZIONI, NUOVE RECIPROCITA TRA GLI ELEMENTI DEL MONDO, CHE IN QUESTA ESPOSIZIONE SILVIA FIORENTINO INTERROGA con tutta la sua energia di artista visuale creando giustapposizioni MATERICHE, innesti, INTRECCI, SCIVOLAMENTI

TALVOLTA SEMBRA CHE AD ESSERE INDAGATA SIA PROPRIO QUELLA SOGLIA APPUNTO TRA LA FORMA E LA NON FORMA, DOVE QUESTI ELEMENTI, RICHIAMANTI TALVOLTA IL MONDO ORGANICO E TALVOLTA QUELLO INORGANICO SONO PERCEPIBILI COME ALBERGATI IN FASI TRANSITORIE, COME SE STESSERO PER EVOLVERSI VERSO NUOVI SENSI, MI VIENE DA PENSARE ANCHE VERSO NUOVI RITORNI TANTO è FORTE IL RICHIAMO ALLE ORIGINI, AL DIMENTICATO, AL DISUSO, ALLO SCARTO, SIA ESSO UMANO O MATERIALE

SILVIA SI AVVICINA CON LA SUA ARTE IN MODO COINVOLGENTE  ALLA TEMATICA DELLO SCARTO UMANO E MATERIALE… …E OGGI CI DONA UN NUOVO ALLESTIMENTO DELL’INSTALLAZIONE RECARE AMORE DI NATURA E VITA ESPOSTA NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE PIU VOLTE NELLE MARCHE E FUORI REGIONE DOVE…

LA CIFRA IDENTITARIA DI SILVIA FIORENTINO A MIO AVVISO NON E RICONDUCIBILE SOLO AI MODI SCULTOREI, PITTORICI, DISEGNATIVI MA VA LETTA NEL

IL PROGETTO CHE DA SEMPRE PER L’ARTISTA E CULLA DELLE SUE CREAZIONI CHE NON TERMINANO NELL’ELABORATO MA È COME SE OGNI ELABORATO FOSSE PARTE DI UN SISTEMA, DI UNA PARABOLA APERTA  DELLA QUALE NESSUNO DI NOI NEMMENO L’ARTISTA ANCORA VEDE IL COMPIMENTO. CREDO CHE QUESTA ENERGIA DEL DIVENIRE SI SENTA MOLTO ALL’INTERNO DEGLI SPAZI CHE TRA POCO VEDREMO E AUGURO A TUTTI VOI DI PERCEPIRLA. CATIA DI VENTURA EDIZIONI A TE LA PAROLA GRAZIE ANCORA.